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LA MADONNA DEI DIVERSI

Comme pour son précédent spectacle conté « Vita Passeggiata », l’Ensemble CantaStoria vous emmène - entre musiques savantes et traditionnelles- , sur les sentiers du sud de l’Italie. Les nouveaux récits redonnent vie à des personnages hauts en couleur du Royaume de Naples et de Sicile, tous unis par un rapport au Féminin qui cherche à sortir des impasses. Femminnielli, Suor Giulia, le Prince Gesualdo da Venosa, Lovigino entre autres invitent le public à se faufiler dans les palais, les cloîtres et les rues pour découvrir leurs heurs et malheurs et unir leur destinée aux noms des plus grandes compositrices baroques et femmes peintres du XVIIe siècle.

 

Le passage des Sarrasins dans ces régions ajoute à ce spectacle le rythme des haltes dans les caravansérails, où l’on prend le temps de conter et de se raconter les traditions et légendes qui unissent tous ces hommes et toutes ces femmes.

 

A l’instar de Mamma Schiavona, entre sacré et profane, l’Ensemble CantaStoria racontent que nous sommes tous frères en humanité.

Distribution

Katya Cuozzo

Chant, récitation et jeu
Marie-Claire Bettens

Flûtes et viole de gambe
Emmanuel Carron

Violon, viole de gambe et lirone
Dana Howe

Luth, théorbe, guitare baroque
Massimo Laguardia

Percussions, voix et compositions

Durée 1h30 min
Le spectacle

Dans la région de Naples, sur les hauteurs de la province de Avellino, il existe une Vierge noire, Mamma Schiavona, qui accueille tous les différents.

Noire comme la matière que l’on retrouve dans les viscères de la terre, elle n’attend que d’être fécondée par les rayons du soleil.

 

« Jesce sole! Soleil, parais ! Etends tes rayons bienfaisants sur nous qui sommes sur les routes, nous qui sommes féminins! On est tous l’étranger de quelqu’un, mais pour Toi personne n’est étrange. » 

 

"Mieux vaut une tarentelle, qu'une guerre!"

LA TESTA DEL MORO

AMORE, BASILICO E GELOSIA

(POEMA EPICO CONTEMPORANEO IN ENDECASILLABO SU LEGENDA SICULA)

DI

GIANLUCA MASSARO

A Palermo inizia questa storia

Ad Al Khalisah arabo quartiere

Tra un bel moro pieno di boria

E una sicula dalle chiome nere

 

Sul balcone curava le sue piante

Mentre lui quelle strade percorreva

E lei molto bella e accattivante

E le sue attenzioni conosceva

Calda passione scoppiò tra i due

Tanto che lei lo volea marito

Ma lui celò mogli e prole sue

Alla poverella avea mentito

 

In oriente tornar dovea presto

Lasciando in terra sua la fanciulla

“Ah mendace furfante disonesto

Ti smascherai vile buono a nulla!

 

“Non proferisti mai delle tue dame

Incresciosi guai volevI scansar

Menzoniero, farabutto, infame

Nulla placherà il mio adirar

 

“Amor mio ritrova tua ragione

Veritiero è il mio sentimento

Per mio credo non è aberrazione

Non ebbi con te nessun fingimento”.

 

Ma lei più non udì le sue parole

Da impetuosa rabbia accecata

E senza curarsi della sua mole

Con forza lo percosse adirata

 

Lui provò a calmarla con dolcezza

Ma lei ragione non volle udire

Continuò a colpirlo con durezza

Nulla potè l’ossessa ammansire

 

Lei avanti andò con pugni e calci

Le sue parole non ebbero effetto

Prosegui su di lui senza intralci

Facendolo cascare sul suo letto

 

La sua scimitarra vide, non esitò

Prese decisione in un secondo

La testa con colpo secco gli tagliò

Lo lasciò nel giaciglio moribondo

 

Lasciò cader la spada sanguinante

Il rimorso e la paura dovea lasciar

Prese con sé la testa dell’amante

La sua ragion presto ebbe a trovar

 

Celando il capo nel canovaccio

Una lacrima le solcò il viso

Si sentì cader in un crepaccio

Il suo più grande amor avea ucciso

 

Nella sua casa trovò rifugio

La pianta di basilico ebbe travaso

Soluzione venne senza indugio

La del moro testa diventò vaso

 

Tutto per lei ora il suo bel viso

Da contemplar con tanto desiderio

Non lo avrebbe con altre condiviso

Accettato avrebbe mai quell’adulterio

 

Non per caso il basilico scelse

Pianta dei re per i greci antichi

Dall’afrodisiache doti eccelse

Nella terra degli spinosi fichi

 

Cresce rigogliosa la verde pianta

Grazie alle cure della figliola

Come se l’acqua data fosse santa

E buona come un dolce alla nocciola

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